Una giovane geisha (Kaoru Yachigusa) viene sedotta da un militare americano (Nicola Filacuridi) che promette di tornare da lei. La ragazza mette alla luce un bimbo concepito proprio con il soldato, che tornerà a farle visita solo tre anni più tardi.

Carmine Gallone si cimenta nell'ennesima trasposizione cinematografica di un'opera lirica adattando per lo schermo la Madama Butterfly di Puccini. Tuttavia, come per le altre sue pellicole precedenti che seguivano questo schema, dal Rigoletto (1946) al Il trovatore (1949), il regista dimostra una notevole abilità scenica e registica curando i dettagli di scenografie e costumi (resi ancora più sfarzosi dal technicolor), ma non riesce a convincere sul piano drammaturgico. Il film infatti soffre a causa di una retorica forzata e fuori luogo e, ostacolato inoltre da un impianto poco cinematografico, non riesce a farsi apprezzare come vorrebbe né dagli amanti dell'opera, che la considereranno una pallida imitazione, né dai neofiti del genere, che difficilmente gradiranno il ritmo pedante.
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