The Only Living Boy in New York
The Only Living Boy in New York
Durata
89
Formato
Regista
Appena laureato, Thomas Webb (Callum Turner) è alla ricerca del suo posto nel mondo. Intreccia un’amicizia con il vicino di casa, uno scrittore un po’ eccentrico (Jeff Bridges) che in breve tempo diventa a tutti gli effetti il suo mentore. Quando scopre che il padre (Pierce Brosnan) ha una giovane amante (Kate Beckinsale), nel tentativo di dissuaderla dallo stare con lui, intreccerà un legame con lei…
Il regista Marc Webb, già avvezzo a raccontare storie e temi legati al mondo della giovinezza, si cimenta con un progetto in bilico tra dramma e commedia che non manca di sfoderare tutto l’immaginario newyorkese che si possa immaginare anche se lo fa nella maniera più meccanica, patinata e automatica possibile, dalle copertine del New Yorker ostentate in bella vista a quello che sembra fin da subito il calco patinato di un Woody Allen a spasso tra i millennials. La messa a fuoco della Grande Mela, già di suo zeppa di caratterizzazioni abusate e già viste, negli ambienti come nel disegno dei personaggi, non colpisce nel segno e fin dalle prime battute del film appare abbastanza sterile. La colonna sonora, che pure è discreta, fin dal titolo che omaggia Simon & Garkunfel, non riesce a tenere in vita un progetto privo di ragion d’essere, che si perde anche a causa di una scrittura poco lucida, che nel finale si ostina a far quadrare i conti, e di qualche spunto pruriginoso e grossolano messo lì un po’ a casaccio. Nonostante qualche isolato momento riuscito, un prodotto da evitare.
Il regista Marc Webb, già avvezzo a raccontare storie e temi legati al mondo della giovinezza, si cimenta con un progetto in bilico tra dramma e commedia che non manca di sfoderare tutto l’immaginario newyorkese che si possa immaginare anche se lo fa nella maniera più meccanica, patinata e automatica possibile, dalle copertine del New Yorker ostentate in bella vista a quello che sembra fin da subito il calco patinato di un Woody Allen a spasso tra i millennials. La messa a fuoco della Grande Mela, già di suo zeppa di caratterizzazioni abusate e già viste, negli ambienti come nel disegno dei personaggi, non colpisce nel segno e fin dalle prime battute del film appare abbastanza sterile. La colonna sonora, che pure è discreta, fin dal titolo che omaggia Simon & Garkunfel, non riesce a tenere in vita un progetto privo di ragion d’essere, che si perde anche a causa di una scrittura poco lucida, che nel finale si ostina a far quadrare i conti, e di qualche spunto pruriginoso e grossolano messo lì un po’ a casaccio. Nonostante qualche isolato momento riuscito, un prodotto da evitare.