E domani il mondo intero
Und morgen die ganze Welt
Durata
101
Formato
Regista
La Germania è scossa da una serie di violenti attacchi terroristici di stampo razzista. Luisa (Mala Emde), ventenne di famiglia ricca, si unisce a un gruppo deciso a contrastare il movimento neonazista. Luisa sarà pronta a tutto per combattere l’estrema destra, provando anche a fare colpo su uno dei leader del suo gruppo, di cui è segretamente innamorata.
Nonostante l’importanza e l’attualità delle tematiche trattate, non sono certo temi nuovi quelli che affronta la pellicola di Julia von Heinz, regista e sceneggiatrice classe 1976. Partendo da questo limite, il film non riesce mai a uscire da una logica priva di grandi rischi e da una narrazione costellata da svolte banali e scontate: anche la costruzione dei personaggi soffre di queste problematiche, tanto che non si riesce a entrare fino in fondo nella psicologia delle figure in scena e di alcune scelte che compiono. La cinepresa si muove in maniera dinamica, provando a far sentire i tormenti interiori dei giovani protagonisti, ma è proprio il copione a non supportare adeguatamente la regia, finendo anche per smettere di coinvolgere già nella parte centrale. Un soggetto del genere avrebbe meritato maggiore approfondimento e anche un pizzico di coraggio in più non avrebbe certo guastato. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2020.
Nonostante l’importanza e l’attualità delle tematiche trattate, non sono certo temi nuovi quelli che affronta la pellicola di Julia von Heinz, regista e sceneggiatrice classe 1976. Partendo da questo limite, il film non riesce mai a uscire da una logica priva di grandi rischi e da una narrazione costellata da svolte banali e scontate: anche la costruzione dei personaggi soffre di queste problematiche, tanto che non si riesce a entrare fino in fondo nella psicologia delle figure in scena e di alcune scelte che compiono. La cinepresa si muove in maniera dinamica, provando a far sentire i tormenti interiori dei giovani protagonisti, ma è proprio il copione a non supportare adeguatamente la regia, finendo anche per smettere di coinvolgere già nella parte centrale. Un soggetto del genere avrebbe meritato maggiore approfondimento e anche un pizzico di coraggio in più non avrebbe certo guastato. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2020.