The Bourne Supremacy
The Bourne Supremacy
Durata
108
Formato
Regista
Dopo aver abbandonato i servizi segreti ed essersi ritirato a vita privata a Goa, in India, Jason Bourne (Matt Damon) è chiamato a tornare in azione. L'ex agente e killer a sangue freddo è stato infatti accusato di un omicidio commesso a Berlino: Bourne cercherà di dimostrare la sua innocenza, scoprendo i veri colpevoli del delitto, ma dovrà guardarsi le spalle dalle Cia che è sulle sue tracce.
Secondo episodio della saga dedicata all'ex agente segreto impegnato nel tentativo di far luce sul proprio oscuro passato. Ispirato al romanzo Doppio inganno di Robert Ludlum e sequel di The Bourne Identity (2002), il film segna il passaggio dalla regia asciutta e canonica di Doug Liman allo stile più frenetico e nervoso di Paul Greengrass, caratterizzato da un cospicuo uso della macchina a mano e da vertiginose scene d'azione. Il risultato, pur garantendo un intrattenimento gradevole, è diseguale, spesso e volentieri ridondante e compiaciuto, abile nel mantenere sempre alta la tensione ma alla lunga frastornante e tutto sommato evanescente. Dubbi e domande sul personaggio di Bourne, inoltre, si moltiplicano senza trovare risposte né un adeguato approfondimento psicologico di una personalità potenzialmente interessante ed emblema di un disagio e un disorientamento profondamente contemporanei, ma ridotta a figurina latrice di un superomismo abbastanza posticcio. La sceneggiatura (ricca di incoerenze e buchi) è firmata da Tony Gilroy, mentre l'altro sceneggiatore del primo film, William Blake Herron, ha abdicato. Buon successo di pubblico. Seguito da The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo (2007).
Secondo episodio della saga dedicata all'ex agente segreto impegnato nel tentativo di far luce sul proprio oscuro passato. Ispirato al romanzo Doppio inganno di Robert Ludlum e sequel di The Bourne Identity (2002), il film segna il passaggio dalla regia asciutta e canonica di Doug Liman allo stile più frenetico e nervoso di Paul Greengrass, caratterizzato da un cospicuo uso della macchina a mano e da vertiginose scene d'azione. Il risultato, pur garantendo un intrattenimento gradevole, è diseguale, spesso e volentieri ridondante e compiaciuto, abile nel mantenere sempre alta la tensione ma alla lunga frastornante e tutto sommato evanescente. Dubbi e domande sul personaggio di Bourne, inoltre, si moltiplicano senza trovare risposte né un adeguato approfondimento psicologico di una personalità potenzialmente interessante ed emblema di un disagio e un disorientamento profondamente contemporanei, ma ridotta a figurina latrice di un superomismo abbastanza posticcio. La sceneggiatura (ricca di incoerenze e buchi) è firmata da Tony Gilroy, mentre l'altro sceneggiatore del primo film, William Blake Herron, ha abdicato. Buon successo di pubblico. Seguito da The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo (2007).