Anime in delirio

Louise (Joan Crawford) trova lavoro come infermiera della moglie malata di Dean, un ricco uomo d'affari (Raymond Massey). Contestualmente, si innamora di David (Van Heflin), che però non ricambia i suoi sentimenti: la donna è devastata e turbata dal rifiuto. Quando il suo capo rimane vedovo in circostanze misteriose, decide di sposarlo e trasferirsi con lui a Washington. Qui ritrova David, che pare intenzionato a sposare Carol (Geraldine Brooks), la figlia di Dean: Louise, ancora innamorata dell'uomo, entra in un profondo stato depressivo.

Vibrante dramma psicologico su amore e ossessione firmato Curtis Bernhardt, è un'opera intrisa di fascino e attraversata da venature noir di grande impatto. La sceneggiatura di Silvia Richards e Ranald MacDougall lancia più d'uno spunto di riflessione, e gestisce alla perfezione un meccanismo manipolato con estrema cura dal regista d'origine tedesca. Ciò che è più interessante, però, sono i rapporti mai volutamente definiti che si vengono a creare tra i quattro personaggi principali, annebbiati e fagocitati dalle visioni allucinatorie della protagonista, una strepitosa Joan Crawford. Presentato in concorso alla seconda edizione del Festival di Cannes.