In un futuro prossimo, le persone in lutto hanno una grande possibilità: salutare per un’ultima volta chi non c'è più. In questo modo il dolore del distacco viene alleviato e si ha più tempo per potersi dire addio per sempre. Ma cosa resta di tutto quell'amore promesso quando si era in vita, una volta che il tempo finisce?

Parte da domande molto complesse Another End, opera seconda di Piero Messina che è stata distribuita a quasi dieci anni di distanza dal suo esordio, L’attesa, film del 2015 liberamente ispirato all’opera di Pirandello La vita che ti diedi. Tra echi di Black Mirror e riflessioni che possono rimandare a Se mi lasci ti cancello, Messina ha costruito una pellicola distopica e sentimentale allo stesso tempo, che si concentra su un uomo pronto a ritrovare l’anima della sua amata in un altro corpo. Il desiderio di un ultimo saluto, però, si unisce al senso di colpa, essendo lui alla guida dell’automobile incidentata in cui è morta la sua fidanzata. Mescolando melodramma e fantascienza, Another End è un lungometraggio ricco di risvolti etici e morali, un film dotato di grandi slanci ma anche di qualche sonora caduta, probabilmente necessaria di fronte a un’operazione di tale portata filosofica e concettuale. Alcuni passaggi narrativi tesi ad arrivare al colpo di scena finale sono davvero troppo macchinosi, seppur alternati rispetto ai momenti da ricordare e alle sequenze degne di nota: tra queste, una menzione speciale va agli splendidi titoli di testa, visivamente e musicalmente notevoli, oltre che capaci di rappresentare efficacemente le modalità del funzionamento tra l’anima del defunto e il corpo di altre persone ancora vive. Peccato che quel livello non si riprenda più del tutto col passare dei minuti. Resta comunque piuttosto raro vedere un film italiano tanto ambizioso e capace di far riflettere a lungo dopo la visione su argomenti tanto delicati. Il risultato è un'operazione riuscita a metà, affascinante ma che avrebbe necessitato di una maggiore attenzione drammaturgica in alcuni passaggi. Buon lavoro del cast e in particolare del protagonista Gael García Bernal. Presentato in concorso alla Berlinale 2024.
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L'attesa
2015

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