In una città del Minnesota, come ogni anno, si disputa un concorso di bellezza. Una ex vincitrice, Gladys Leeman (Kirstie Alley), confida molto nel successo di sua figlia Becky (Denise Richards) così che possa ripercorrere le sue orme. Per ottenere il primo premio, madre e figlia saranno disposte a tutto.



Realizzato con uno stile documentaristico (tanto da essere ricordato come un mockumentary), Bella da morire è una commedia debole e per nulla riuscita, che prende le mosse da un concorso di bellezza per ironizzare sugli eccessi della società americana sempre pronta a tutto pur di inseguire sogni vacui e futili. Il regista si avvale di quasi tutti gli stereotipi del caso (i genitori ossessivi, la bellezza esteriore controbilanciata da caratteri inetti, uomini rozzi e privi di qualsiasi aspirazione, donne convinte di essere il sesso forte) e non riesce a trovare alcuna idea innovativa o originale per catturare l'attenzione dello spettatore. La struttura narrativa banale, elementare, piatta e prevedibile certo non aiuta.
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