Momenti tristi

Bleak moments

Durata

111

Formato

Regista

Sylvie (Anne Raitt) è una modesta impiegata londinese alle prese con una vita senza troppi sussulti. Ha una sorella, Hilda (Sarah Stephenson), che è portatrice di handicap. Le gravitano intorno una serie di persone più o meno problematiche e complessate, alle prese con i loro piccoli grandi traumi quotidiani.

Il quasi trentenne Mike Leigh fa il suo esordio alla regia con un film che evidenzia per la prima volta il suo sguardo rigorosamente proletario, ruvido e realista, esploratore di una periferia inglese grigia ma non per questo anonima, simile a una bolla piena di dolore per coloro che la abitano. Momenti difficili è un'opera in larga parte sferzante e lodevole, che nel rifiutare le mezze misure trova il suo pregio e il suo limite: la scontrosità di Leigh non cerca scorciatoie, fin dal titolo allontana qualsiasi posa rassicurante, ma qua e là emerge il rischio concreto dell'indulgenza. Tra le note positive, si intravede anche quella tendenza alla dilatazione e all'esplosione lenta e calibrata dell'inquadratura che caratterizzerà Segreti e bugie (1996), e la commistione nevrotica tra sessualità e cultura che tornerà di prepotenza in Naked (1993). Momenti difficili è ispirato a una pièce dell'anno prima che ben si adatta al background teatrale del giovane regista che, prima di tornare al cinema, lavorerà molto per la televisione. Miglior film nel 1971 sia a Locarno che al Festival di Chicago, ma scarso successo al botteghino.
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