La bella di Mosca
Durata
105
Formato
Regista
I vizi, le perversioni e le relazioni di Irina Tarakanova (Ralitza Balev), giovane e disinibita modella nella Russia comunista degli anni '80. Accusata di lesbismo, processata, pubblicamente esecrata e minacciata di morte, dimostrerà a suo modo il dissenso nei confronti del regime. Finirà male.
Si parte da un monologo sugli odori dell'organo sessuale femminile e si conclude con il rogo della statua (posticcia) di Lenin: abbastanza per cogliere la demenzialità innata di questo filmetto insulso e presuntuoso. Tentativi di sociologia spicciola (la limitazione della libertà personale da parte dei “compagni”), confezione fintamente patinata e avant-garde, scenografia pietosa (gli esterni sembrano girati nelle periferie milanesi), erotismo d'accatto (con annessi ralenti per “enfatizzare” il sentimento). Vergognoso. Tratto dall'omonimo romanzo di Viktor Erofeyev, anche sceneggiatore con il regista Cesare Ferrario.
Si parte da un monologo sugli odori dell'organo sessuale femminile e si conclude con il rogo della statua (posticcia) di Lenin: abbastanza per cogliere la demenzialità innata di questo filmetto insulso e presuntuoso. Tentativi di sociologia spicciola (la limitazione della libertà personale da parte dei “compagni”), confezione fintamente patinata e avant-garde, scenografia pietosa (gli esterni sembrano girati nelle periferie milanesi), erotismo d'accatto (con annessi ralenti per “enfatizzare” il sentimento). Vergognoso. Tratto dall'omonimo romanzo di Viktor Erofeyev, anche sceneggiatore con il regista Cesare Ferrario.