Blue Steel – Bersaglio mortale
Blue Steel
Durata
102
Formato
Regista
Giovane poliziotta appena arruolata, Megan Turner (Jamie Lee Curtis) si trova a costretta ad affrontare e uccidere un rapinatore. Poco dopo, è perseguitata da un serial killer che incide sui suoi proiettili proprio il nome della ragazza. E nel frattempo, viene sedotta dal ricco Eugene Hunt (Ron Silver), che non è esattamente chi dice di essere.
Al suo terzo film, Kathryn Bigelow conferma la predilezione per soggetti e dinamiche normalmente appannaggio di registi uomini. In questo caso si confronta con il rude poliziesco metropolitano, mutuando forme e stili dalla tradizione del genere e aggiungendovi un richiamo al cinema di Sam Peckinpah (evidente nell'uso estetizzato del ralenti per le scene di violenza) e un legame con il western nell'ultima parte. L'opera segna un passo indietro rispetto al precedente Il buio si avvicina (1987): scritto dalla stessa regista con Eric Red, è un mediocre thriller psicologico costruito sui dualismi eros/thanatos, maschile/femminile e sesso/violenza, calato in una New York torbida e notturna. Per quanto sia interessante la scelta di un'impronta femminista (ai tempi erano ben rare le donne in divisa sul grande schermo), il film è prolisso, ripetitivo e incongruente, con un villain (e relativo interprete) poco credibile, chiuso da un finale moralmente discutibile. Alla tosta poliziotta impersonata dall'androgina ma affascinante Jamie Lee Curtis il coraggio non manca: è il suo intuito investigativo che lascia a desiderare.