K-19
K-19: The Widowmaker
Durata
138
Formato
Regista
Nel 1961, in piena Guerra fredda, il sommergibile sovietico K-19 viene mandato nelle acque dell'Atlantico per la sua prima missione. Il comandante Vostrikov (Harrison Ford) è poco amato dall'equipaggio, affezionato al secondo Polenin (Liam Neeson). Il mezzo deve affrontare un grave incidente al reattore, che mette a repentaglio la vita di tutti gli uomini a bordo.
Storia romanzata del vero K-19, il primo sottomarino russo equipaggiato con missili nucleari balistici, il cui drammatico incidente nel '61 rimase un segreto di stato fino al crollo del comunismo. Dopo Point Break – Punto di rottura (1991) e Il mistero dell'acqua (2000), ancora una volta il mare sembra essere l'elemento ideale per Kathryn Bigelow, che qui si dedica a uno dei suoi progetti maggiormente ambiziosi: girato con la consulenza dei veri marinai protagonisti dell'episodio, è tra i più costosi film indipendenti di sempre (100 milioni di dollari di budget) e tuttavia si rivelò un grande flop commerciale. La regista sfrutta bene l'atmosfera chiusa e soffocante di un'ambientazione che non potrebbe essere più claustrofobica e, per tre quarti della pellicola, mantiene un livello di tensione innegabile. Ma i difetti sono davvero troppi: il dualismo tra il rigido Vostrikov e il più umano Polenin soffre di un certo schematismo e di un Harrison Ford fuori parte; nonostante i russi vengano finalmente rappresentati come protagonisti e non come nemici, l'impressione è che si voglia spingere un po' troppo sull'incapacità tecnica della marina sovietica. Inoltre l'epilogo è troppo lungo, rallenta il ritmo e fa scivolare il film nella retorica. Quando la pellicola uscì in sala a molti rievocò l'orribile tragedia del sommergibile Kursk, in cui perì l'intero equipaggio appena due anni prima.