Braveheart – Cuore impavido
Braveheart
Premi Principali
Oscar alla miglior regia 1996
Golden Globe alla miglior regia 1996
Durata
177
Formato
Regista
Quattordicesimo secolo: dopo aver perduto l'amata Murron (Catherine McCormack), il guerriero scozzese William Wallace (Mel Gibson) guida la rivolta popolare contro Edoardo I (Patrick McGoohan) e i dominatori inglesi. Wallace riuscirà a sconfiggere i nemici nella battaglia di Stirling e conquisterà la stima della regina Isabella di Francia (Sophie Marceau), ma dovrà fare i conti con il tradimento dei suoi connazionali.
Kolossal eccessivo, diseguale ma irrimediabilmente affascinante, in cui Gibson, alla sua seconda opera da regista, mostra un notevole gusto del racconto e della resa spettacolare (specie nelle scene di massa e di battaglia) senza comunque rinunciare a tocchi di sadismo gratuiti e a uno schematismo ideologico di fondo. Le inesattezze storiche, la violenza spesso compiaciuta e la sfacciata retorica nazionalista ledono solo in parte un buon prodotto di intrattenimento, furbo e lievemente ricattatorio ma al contempo epico e coinvolgente grazie soprattutto a scene d'azione orchestrate sapientemente e memorabili al netto della brutalità esibita. Un'opera sentita e appassionata in cui Gibson investe tutto in prima persona in qualità di interprete, regista e produttore. L'altalenante e ampollosa sceneggiatura è firmata da Randall Wallace, discendente del protagonista. Buone, seppur ridondanti, le musiche di James Horner. Grande successo internazionale: in Italia il film è diventato un vero e proprio cult e modello ideale di secessionismo per i sostenitori della Lega Nord. Cinque Oscar: miglior film, miglior regia, miglior fotografia, migliori effetti sonori e miglior trucco.
Kolossal eccessivo, diseguale ma irrimediabilmente affascinante, in cui Gibson, alla sua seconda opera da regista, mostra un notevole gusto del racconto e della resa spettacolare (specie nelle scene di massa e di battaglia) senza comunque rinunciare a tocchi di sadismo gratuiti e a uno schematismo ideologico di fondo. Le inesattezze storiche, la violenza spesso compiaciuta e la sfacciata retorica nazionalista ledono solo in parte un buon prodotto di intrattenimento, furbo e lievemente ricattatorio ma al contempo epico e coinvolgente grazie soprattutto a scene d'azione orchestrate sapientemente e memorabili al netto della brutalità esibita. Un'opera sentita e appassionata in cui Gibson investe tutto in prima persona in qualità di interprete, regista e produttore. L'altalenante e ampollosa sceneggiatura è firmata da Randall Wallace, discendente del protagonista. Buone, seppur ridondanti, le musiche di James Horner. Grande successo internazionale: in Italia il film è diventato un vero e proprio cult e modello ideale di secessionismo per i sostenitori della Lega Nord. Cinque Oscar: miglior film, miglior regia, miglior fotografia, migliori effetti sonori e miglior trucco.