Buone notizie
Durata
107
Formato
Regista
Un anonimo funzionario televisivo (Giancarlo Giannini), in crisi coniugale e ossessionato, nonché affascinato, dalle brutali immagini che ogni sera riempiono i telegiornali, viene contattato da Gualtiero (Paolo Bonacelli), un vecchio amico di cui aveva perso da tempo le tracce. Gualtiero confida all'uomo di essere minacciato da misteriosi sicari, ma il funzionario prende sottogamba la richiesta d'aiuto dell'amico finché l'evolversi dei fatti non avrà conseguenze drammatiche.
Ultimo film di Elio Petri in cui il regista romano porta alle estreme conseguenze il proprio pessimismo dando vita a un racconto metafisico e grottesco ma irrisolto e caotico. Sconclusionato e compiaciuto nel proprio fatalismo apocalittico, il film denuncia la spersonalizzazione e lo smarrimento di una collettività cinica e disillusa, inebetita e sentimentalmente anestetizzata dalla televisione, dalla cronaca nera (con relativo piacere voyeuristico) e dal consumismo. Ma il tono è sempre inutilmente sopra le righe, arrabbiato ma mai incisivo, mentre l'analisi sociale è approssimativa così come la sceneggiatura che non riesce a combinare in modo funzionale gli elementi da commedia nera con quelli da surrealismo caustico. L'atmosfera minacciosa e decadente che ammanta la narrazione non garantisce quel salto di qualità a un prodotto macchinoso, contorto e lontanissimo dalla verve e dalla potenza espressiva delle opere migliori di Petri.
Ultimo film di Elio Petri in cui il regista romano porta alle estreme conseguenze il proprio pessimismo dando vita a un racconto metafisico e grottesco ma irrisolto e caotico. Sconclusionato e compiaciuto nel proprio fatalismo apocalittico, il film denuncia la spersonalizzazione e lo smarrimento di una collettività cinica e disillusa, inebetita e sentimentalmente anestetizzata dalla televisione, dalla cronaca nera (con relativo piacere voyeuristico) e dal consumismo. Ma il tono è sempre inutilmente sopra le righe, arrabbiato ma mai incisivo, mentre l'analisi sociale è approssimativa così come la sceneggiatura che non riesce a combinare in modo funzionale gli elementi da commedia nera con quelli da surrealismo caustico. L'atmosfera minacciosa e decadente che ammanta la narrazione non garantisce quel salto di qualità a un prodotto macchinoso, contorto e lontanissimo dalla verve e dalla potenza espressiva delle opere migliori di Petri.