Il cane giallo della Mongolia

Die Höhle des gelben Hundes

Anno

Generi

Durata

93

Formato

Nelle lande della Mongolia, vive una famiglia di nomadi. Nansal (Nansal Batchuluun), una bambina di sette anni, un giorno si imbatte in un cane abbandonato a cui dà il nome di Zochor (che significa “macchia”). Tra i due nasce una profonda amicizia, ma un giorno l'animale scompare misteriosamente.

Un film riuscito solo a metà, in equilibrio precario tra narrazione di finzione e vocazione documentaristica. La regista adotta uno stile secco e per nulla ingombrante, comportandosi quasi come un'antropologa sulle tracce di una comunità che si avvale ancora oggi di usi e credenze molto antiche: effettivamente questa è la componente più interessante di una pellicola che ci mostra senza filtri troppo apparenti una realtà ben lontana dalle nostre abitudini. Ciò che invece convince meno è la parentesi più narrativa, basata su una struttura davvero esile e poco accattivante. Seppur girata a misura di bambino, l'opera rischia di annoiare i più e di lasciare allo spettatore la sensazione di aver assistito solo alla rappresentazione di una storia mirata principalmente a esaltare le bellezze naturali senza eguali che fanno da sfondo alla vicenda. Così così.
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