La storia del cammello che piange
Die Geschichte vom weinenden Kamel
Durata
93
Formato
Regista
Un cucciolo di cammello, nato albino, si vede respinto dalla madre che non lo riconosce come proprio. Serve qualche idea per far riconciliare i due animali al più presto, poiché senza il latte materno il piccolo è condannato a morte certa...
A cavallo tra il documentario e la fiction, ma più improntato sul primo, La storia del cammello che piange è un film interessante e genuino, adatto soprattutto a mettere in risalto le differenze di un cinema diverso dai canoni più occidentali a cui siamo abituati. La coppia di autori decide di mostrare la storia non seguendo una linea narrativa, ma lasciando che la realtà faccia il suo corso davanti alla macchina da presa. La pellicola, così, scorre con fare meditativo e rilassato, trasportando lo spettatore in un ambiente ben lontano dal proprio, non solo attraverso le immagini, ma con il ritmo stesso dell'opera. In un costante crescendo di emozioni (che, tuttavia, risulta a tratti un po' furbo e ricattatorio, sicuramente lontano dalla neutralità documentaristica), il film vorrebbe comunicare l'importanza della cultura nella vita di tutti i giorni (la figura del musicista riconciliatore ne è un esempio significativo) e, pur con qualche imperfezione di troppo, riesce a centrare il suo obbiettivo. Nomination all'Oscar come miglior documentario.
A cavallo tra il documentario e la fiction, ma più improntato sul primo, La storia del cammello che piange è un film interessante e genuino, adatto soprattutto a mettere in risalto le differenze di un cinema diverso dai canoni più occidentali a cui siamo abituati. La coppia di autori decide di mostrare la storia non seguendo una linea narrativa, ma lasciando che la realtà faccia il suo corso davanti alla macchina da presa. La pellicola, così, scorre con fare meditativo e rilassato, trasportando lo spettatore in un ambiente ben lontano dal proprio, non solo attraverso le immagini, ma con il ritmo stesso dell'opera. In un costante crescendo di emozioni (che, tuttavia, risulta a tratti un po' furbo e ricattatorio, sicuramente lontano dalla neutralità documentaristica), il film vorrebbe comunicare l'importanza della cultura nella vita di tutti i giorni (la figura del musicista riconciliatore ne è un esempio significativo) e, pur con qualche imperfezione di troppo, riesce a centrare il suo obbiettivo. Nomination all'Oscar come miglior documentario.