Lo psicologo Lorenzo Caruso (Francesco Nuti) è in balìa della figlia Giulia (Giulia Serafini), tredicenne alle prese con i primi turbamenti adolescenziali. Scoprirà che la ragazza è coinvolta nelle malefatte di una baby gang e inizierà a pedinarla per scoprire le cause del suo comportamento.

Insulsa commediola con ambizioni di satira sociologica. Il declino di Francesco Nuti, anche sceneggiatore con Ugo Chiti e Carla Giulia Casalini, sembra inarrestabile: dopo i maldestri Il signor Quindicipalle (1998) e Io amo Andrea (2000), il regista toscano confeziona un filmetto incoerente e presuntuoso, che vorrebbe ironizzare sul declino delle giovani generazioni, preda di stimoli esterni sempre più violenti e dannosi. Il risultato è bieco: dialoghi da denuncia, situazioni assurde, stile caricato all'esasperazione (velocizzazioni, angolazioni improbabili, gratuite dilatazioni dell'immagine) e una referenzialità a dir poco fastidiosa, dati gli esiti non certo rassicuranti. Una recitazione a livello amatoriale completa lo sconfortante quadro: da dimenticare. Cecilia Dazzi è Olga, Antonio Petrocelli è il preside; particine per Platinette e Anna Maria Malipiero, all'epoca compagna del regista. Musiche di Giovanni Nuti.
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