Scott Calvin (Tim Allen) è ormai immerso nella sua vita da Babbo Natale, quando scopre un'importante clausola per continuare a svolgere il suo lavoro: dovrà trovare una moglie entro la vigilia di Natale, altrimenti il suo potere svanirà. Nel frattempo, però, deve badare anche al figlio Charlie (Eric Lloyd), avuto con la sua ex moglie.

A 8 anni di distanza da Santa Clause (1994) di John Pasquin, Michael Lembeck porta sul grande schermo il sequel di una commedia natalizia di successo. Ma la qualità, purtroppo, rimane la stessa: una pellicola in cui sono mescolati un eccessivo sentimentalismo e una banalissima morale sul senso del Natale, uniti a una riflessione sul rapporto padre/figlio. Come nel film precedente le flatulenze sembrano essere il leitmotiv comico, ma almeno, in questo caso, la pellicola si risolleva nel finale, regalando un po' di buona azione dopo un'ora di sbadigli. Non basta, però, a sollevare Che fine ha fatto Santa Clause? dal magma di quella mediocrità che sa di già visto, dove nulla sorprende e dove il demenziale sovrasta sul resto. Anche in questo caso il titolo del film sfrutta il gioco di parole con clause, clausola.
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