Class Enemy
Class Enemy
Durata
112
Formato
Regista
Un'insegnante è costretta ad abbandonare la docenza perché incinta. Al suo posto arriva il professore di tedesco Zupan (Igor Samobor), dallo sguardo imperturbabile e di ghiaccio e dai metodi didattici a dir poco irreprensibili. In seguito a una tragedia che sconvolge la classe, gli occhi torvi nei suoi confronti sfoceranno nel più puro disprezzo.
Presentato alla Settimana della Critica di Venezia 70, un film complesso e stratificato che non si pone soltanto come il corrispettivo sloveno del francese La classe – Entre les murs (2008) di Laurent Cantet (Palma d'oro a Cannes) ma riesce di gran carriera a guadagnarsi un suo spazio autonomo nel calderone, da sempre variegato per stili e toni del racconto, del cinema scolastico. Quello di Bicek è infatti un saggio implacabile sulla didattica intesa come filtro che l'autorità (non solo della scuola, ma anche dello Stato, della famiglia, delle istituzioni in generale) interpone tra se stessa e coloro che dovrebbero esserne affiliati come apprendisti, ma che in realtà spesso si ritrovano semplici e maltrattati sottoposti. È ciò che accade nella classe del professor Zupan, inflessibile docente di letteratura che i suoi alunni accusano di essere nazista: la sua durezza, priva di umanità e di calore, non sarà senza conseguenze, e metterà a soqquadro non solo l'equilibrio relazionale dei suoi alunni, ma anche le esistenze intime di alcuni di loro. Privo di retorica e con una secchezza che accentua la portata sociale della metafora che mette in scena, Class Enemy parla allo spettatore delle responsabilità educative di una società contemporanea in cui ogni gesto, anche il più piccolo, può acquistare una risonanza decisiva. Non tutto è originale al punto giusto, ma il film è intenso e sorprendente, soprattutto se teniamo conto che si tratta di un'opera prima.
Presentato alla Settimana della Critica di Venezia 70, un film complesso e stratificato che non si pone soltanto come il corrispettivo sloveno del francese La classe – Entre les murs (2008) di Laurent Cantet (Palma d'oro a Cannes) ma riesce di gran carriera a guadagnarsi un suo spazio autonomo nel calderone, da sempre variegato per stili e toni del racconto, del cinema scolastico. Quello di Bicek è infatti un saggio implacabile sulla didattica intesa come filtro che l'autorità (non solo della scuola, ma anche dello Stato, della famiglia, delle istituzioni in generale) interpone tra se stessa e coloro che dovrebbero esserne affiliati come apprendisti, ma che in realtà spesso si ritrovano semplici e maltrattati sottoposti. È ciò che accade nella classe del professor Zupan, inflessibile docente di letteratura che i suoi alunni accusano di essere nazista: la sua durezza, priva di umanità e di calore, non sarà senza conseguenze, e metterà a soqquadro non solo l'equilibrio relazionale dei suoi alunni, ma anche le esistenze intime di alcuni di loro. Privo di retorica e con una secchezza che accentua la portata sociale della metafora che mette in scena, Class Enemy parla allo spettatore delle responsabilità educative di una società contemporanea in cui ogni gesto, anche il più piccolo, può acquistare una risonanza decisiva. Non tutto è originale al punto giusto, ma il film è intenso e sorprendente, soprattutto se teniamo conto che si tratta di un'opera prima.