L'industriale Aristide Paoloni (Gino Cervi) ha “l'hobby” di salvare le persone che intendono suicidarsi. Il venticinquesimo fortunato è Gennaro Vaccariello (Totò). Tuttavia, all'indomani dell'altruistico gesto, Paoloni si vede invadere la casa dal disgraziato insieme a tutta la prole.

Dall'opera teatrale di Augusto Novelli (già cavallo di battaglia di Ettore Petrolini), il film di Paolella, nonostante le buone premesse, ha le gambe troppo fragili. Non mancano i momenti gustosi garantiti dall'interazione tra Totò e Cervi, ma anche i due attori girano evidentemente a velocità rallentata. Più riuscito il primo tempo, dove la punta della satira è molto più affilata; la seconda parte invece è preda di paternalismi e discorsi classisti un po' troppo all'acqua di rose, con l'immancabile risoluzione di ogni conflitto e l'happy ending per tutti i personaggi.
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