Antonio (Filippo Timi) lotta per salvare il figlio Pietro (Gabriel e Tijey De Glaudi) da un cancro al cervello. Per consentire al bambino di avere tutte le cure possibili, si ritrova a vivere in un ospedale di Milano: nel conoscere Jaber (Jaouher Brahim Ben Fredj), ragazzo arabo, scoprirà il valore della condivisione e si confronterà con un'altra solitudine.

Dramma diretto da Mirko Locatelli, anche sceneggiatore e produttore insieme alla moglie Giuditta Tarantelli, che tratteggia il percorso formativo di un genitore costretto ad assistere inerte alla sofferenza propria e altrui. Lo scorrere inesorabile del tempo, l'impotenza, la latente xenofobia annullata dall'empatia verso il prossimo: il regista tenta di evitare le cadute nella retorica tramite uno stile asciutto ed essenziale, ma lo script è approssimativo e i cliché abbondano, facendo emergere prepotentemente (e fastidiosamente) un buon carico di pietismo melodrammatico. Anche il cast non è un granché. Musiche dei Baustelle, fotografia di Ugo Carlevaro. Presentato in concorso al Festival di Roma.
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