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Promesse, promesse
Baby It's You
Durata
105
Formato
Regista
New Jersey, 1966. L'aspirante attrice Jill (Rosanna Arquette) si invaghisce del ribelle The Sheik (Vincent Spano), un compagno di scuola dal temperamento burrascoso. Finito il liceo, i due prenderanno strade diverse ma non smetteranno di cercarsi.
Storia d'amore incompiuta e irrisolta che ha anche l'ambizione di ritrarre uno spaccato sociale americano ben circostanziato (il New Jersey degli anni Sessanta, con la classe media ebraica da una parte e quella proletaria di origini italiane dall'altra), Promesse, promesse fatica a carburare e a tracciare un percorso definito. Le sostanziali differenze tra i due protagonisti, entrambi aspiranti a entrare nel mondo dello showbiz, non bastano a definire una linea narrativa forte e il loro rincorrersi a vuoto se da un lato simboleggia il fallimento sostanziale di un modello americano pronto a entrare in crisi con gli anni Settanta incombenti, dall'altro finisce per esasperare lo spettatore in attesa di sviluppi più consistenti. Gli interpreti non brillano particolarmente, ma la fotografia di Michael Ballhaus è accurata e la colonna sonora, tra Sinatra e l'anacronistico Springsteen, piuttosto piacevole. È il primo film che Sayles realizzò per una major di Hollywood.
Storia d'amore incompiuta e irrisolta che ha anche l'ambizione di ritrarre uno spaccato sociale americano ben circostanziato (il New Jersey degli anni Sessanta, con la classe media ebraica da una parte e quella proletaria di origini italiane dall'altra), Promesse, promesse fatica a carburare e a tracciare un percorso definito. Le sostanziali differenze tra i due protagonisti, entrambi aspiranti a entrare nel mondo dello showbiz, non bastano a definire una linea narrativa forte e il loro rincorrersi a vuoto se da un lato simboleggia il fallimento sostanziale di un modello americano pronto a entrare in crisi con gli anni Settanta incombenti, dall'altro finisce per esasperare lo spettatore in attesa di sviluppi più consistenti. Gli interpreti non brillano particolarmente, ma la fotografia di Michael Ballhaus è accurata e la colonna sonora, tra Sinatra e l'anacronistico Springsteen, piuttosto piacevole. È il primo film che Sayles realizzò per una major di Hollywood.
