Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero
The Chronicles of Narnia: The Voyage of the Dawn Treader
Durata
115
Formato
Regista
Mentre Peter (William Moseley) e Susan (Anna Popplewell) sono partiti per l'America, i più piccoli fratelli Pevensie, Lucy (Goergie Henley) e Edmund (Skandar Keynes), vengono ospitati in vacanza nella casa del loro arrogante cugino Eustace Scrubb (Will Poulter). Durante l'ennesima litigata con quest'ultimo, i tre ragazzi, fissando un dipinto di un veliero in mare e vengono trasportati nuovamente nel magico mondo di Narnia dove dovranno aiutare Re Caspian (Ben Barnes) a ritrovare sette lord sperduti.
Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero è il terzo film dedicato al regno di Narnia e ispirato ai romanzi omonimi di C .S. Lewis. A dirigere Michael Apted, che, sorprendentemente, riesce a realizzare il miglior titolo della serie, unendo spettacolo per ragazzi a risvolti (leggermente) più maturi. Registicamente solida, la pellicola è diversa dalle prime due (dirette da Andrew Adamson) sia nei toni (più inquietanti e ambigui, come la diretta metafora tra il leone Aslan e la figura di Gesù, esplicita nel romanzo e perduta negli altri adattamenti cinematografici) sia nell'andamento narrativo. Lo spessore dato ai personaggi, messi di fronte alle proprie paure tramite un antagonista immateriale, è più che discreto nonostante il pubblico di riferimento sia sempre quello pre-teen. Interessante anche l'ampliamento del mondo di Narnia, non più limitato a boschi e foreste ma espanso a un grande oceano. Rimane un certo didascalismo e le conclusioni, così come la morale di fondo, sono piuttosto scontate, ma è un piacevole passo avanti.
Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero è il terzo film dedicato al regno di Narnia e ispirato ai romanzi omonimi di C .S. Lewis. A dirigere Michael Apted, che, sorprendentemente, riesce a realizzare il miglior titolo della serie, unendo spettacolo per ragazzi a risvolti (leggermente) più maturi. Registicamente solida, la pellicola è diversa dalle prime due (dirette da Andrew Adamson) sia nei toni (più inquietanti e ambigui, come la diretta metafora tra il leone Aslan e la figura di Gesù, esplicita nel romanzo e perduta negli altri adattamenti cinematografici) sia nell'andamento narrativo. Lo spessore dato ai personaggi, messi di fronte alle proprie paure tramite un antagonista immateriale, è più che discreto nonostante il pubblico di riferimento sia sempre quello pre-teen. Interessante anche l'ampliamento del mondo di Narnia, non più limitato a boschi e foreste ma espanso a un grande oceano. Rimane un certo didascalismo e le conclusioni, così come la morale di fondo, sono piuttosto scontate, ma è un piacevole passo avanti.