Uno, due, tre!
One, Two, Three
Durata
115
Formato
Regista
Berlino Ovest. Durante una vacanza, Rossella (Pamela Tiffin), figlia del capo della Coca-Cola, si innamora di Otto (Horst Buchholz), giovane di Berlino Est: dovrà fare i conti con MacNamara (James Cagney), vulcanico boss locale della multinazionale americana, che cercherà in ogni modo di convertire il ragazzo alle bellezze del capitalismo.
Quarta collaborazione tra Billy Wilder e il poliedrico sceneggiatore di origine rumena I.A.L. Diamond, Uno, due, tre! è una geniale e corrosiva satira della polarizzazione ideologica ai tempi della Guerra Fredda (proprio nel 1961, tra l'altro, veniva costruito il famoso muro di Berlino), dove i fanatismi comunisti e i capitalismi vengono specularmente crivellati dal fuoco di fila della affilatissima penna del duo di sceneggiatori, rivelandosi solo dei vuoti involucri di slogan entro cui la mediocrità degli uomini cerca rifugio. Certo, a un occhio distratto e poco cinefilo, il fronte sovietico potrebbe apparire maggiormente bersagliato di quello occidentale, venendo ridicolizzato attraverso espedienti comici più elementari (i tre funzionari russi sono al limite della caricatura da propaganda politica), ma, a posteriori, è impossibile non notare, più in profondità, la critica al culto dell'apparenza e alla falsità della borghesia occidentale. James Cagney che abbaia ordini come una mitragliatrice schioccando le dita è, con ogni probabilità, una delle trovate più divertenti di tutta la filmografia di Billy Wilder. Nonostante venne da subito riconosciuta come una delle migliori commedie di quegli anni e tra le migliori del regista, fu un flop al botteghino.
Quarta collaborazione tra Billy Wilder e il poliedrico sceneggiatore di origine rumena I.A.L. Diamond, Uno, due, tre! è una geniale e corrosiva satira della polarizzazione ideologica ai tempi della Guerra Fredda (proprio nel 1961, tra l'altro, veniva costruito il famoso muro di Berlino), dove i fanatismi comunisti e i capitalismi vengono specularmente crivellati dal fuoco di fila della affilatissima penna del duo di sceneggiatori, rivelandosi solo dei vuoti involucri di slogan entro cui la mediocrità degli uomini cerca rifugio. Certo, a un occhio distratto e poco cinefilo, il fronte sovietico potrebbe apparire maggiormente bersagliato di quello occidentale, venendo ridicolizzato attraverso espedienti comici più elementari (i tre funzionari russi sono al limite della caricatura da propaganda politica), ma, a posteriori, è impossibile non notare, più in profondità, la critica al culto dell'apparenza e alla falsità della borghesia occidentale. James Cagney che abbaia ordini come una mitragliatrice schioccando le dita è, con ogni probabilità, una delle trovate più divertenti di tutta la filmografia di Billy Wilder. Nonostante venne da subito riconosciuta come una delle migliori commedie di quegli anni e tra le migliori del regista, fu un flop al botteghino.