Giorni perduti
The Lost Weekend
Premi Principali
Oscar al miglior attore protagonista 1946
Golden Globe al miglior attore in un film drammatico 1946
Premio per il miglior attore al Festival di Canees 1946
Oscar alla miglior sceneggiatura non originale 1946
Oscar alla miglior regia 1946
Durata
101
Formato
Regista
Don Birman (Ray Milland), scrittore in crisi creativa, alcolista e disperato, comincia la sua discesa agli inferi quando rimane a casa da solo, in una desolata New York estiva, per un intero weekend: senza l'aiuto del fratello Wick (Philip Terry) e dell'amore della fidanzata Helen (Jane Wyman), Don cadrà in un abisso di alcool e autodistruzione.
Dopo due commedie e il capolavoro noir La fiamma del peccato (1944), Billy Wilder adatta per lo schermo l'omonimo romanzo di Charles R. Jackson, inventandosi uno dei drammi più fortunati e premiati della Hollywood degli anni Quaranta: affresco amaro, secco e struggente, Giorni perduti è il film dove più sono palpabili le origini europee di Wilder, che omaggia il cinema tedesco degli anni Venti attraverso la fotografia espressionista tutta ombre e luci di John F. Seitz (memorabile la scena dell'incubo con il topo e il pipistrello) e dimostra un discreto coraggio nel non risparmiare nulla (o quasi) allo spettatore del tempo. Pur evitando qualsiasi deriva retorica o ricattatoria, tuttavia, il film non riesce del tutto a non incappare nelle forche caudine del Codice Hays, al quale sono probabilmente da addebitare la cancellazione dell'omosessualità del protagonista (presente nel romanzo) e un finale leggermente conciliatorio, dove l'amore interviene a risolvere, come con un colpo di spugna, tutte le angosce del protagonista. Pioggia di premi in America e in tutto il mondo: quattro premi Oscar (film, regia, attore protagonista e sceneggiatura non originale) più altre tre nomination (fotografia, montaggio e colonna sonora di Miklós Rózsa) e Palma d'Oro al Festival di Cannes del 1946.