E ora dove andiamo?
Et maintenant on va où?
Durata
110
Formato
Regista
In un paesino isolato del Libano, la comunità cristiana e quella musulmana convivono pacificamente: tutto però cambia con l'arrivo del segnale televisivo che rende entrambe le fazioni coscienti di quello che succede nel resto della nazione, scatenando gli uni contro gli altri. Per cercare di riportare la pace, le donne del villaggio provano di tutto, fino a invitare un gruppo di ballerine ucraine per distrarre i focosi maschi.
Commedia agrodolce con risvolti drammatici che vuole riflettere su temi assai spinosi come quello delle faide religiose in Medioriente, E ora dove andiamo? non riesce a distaccarsi da un tono mediamente retorico, che culmina nel finale consolatorio e irrealistico. Tutto appare forzato: i rimedi studiati dalle donne, l'avvento delle ballerine ucraine, disinibite e completamente spaesate, con le prevedibili gag che ne conseguono, le dinamiche di generazione di un clima di tensione. Come rispondendo a una risaputa drammaturgia, la regia cerca di infilare stoccate e scenette caustiche ma il gioco, troppo furbo, non funziona quasi mai e finisce per trasformarsi in un'occasione sprecata: la pellicola, infatti, non riesce a formulare una riflessione originale e intelligente su un argomento di scottante attualità. Dall'autrice di Caramel (2007) era lecito aspettarsi di più.
Commedia agrodolce con risvolti drammatici che vuole riflettere su temi assai spinosi come quello delle faide religiose in Medioriente, E ora dove andiamo? non riesce a distaccarsi da un tono mediamente retorico, che culmina nel finale consolatorio e irrealistico. Tutto appare forzato: i rimedi studiati dalle donne, l'avvento delle ballerine ucraine, disinibite e completamente spaesate, con le prevedibili gag che ne conseguono, le dinamiche di generazione di un clima di tensione. Come rispondendo a una risaputa drammaturgia, la regia cerca di infilare stoccate e scenette caustiche ma il gioco, troppo furbo, non funziona quasi mai e finisce per trasformarsi in un'occasione sprecata: la pellicola, infatti, non riesce a formulare una riflessione originale e intelligente su un argomento di scottante attualità. Dall'autrice di Caramel (2007) era lecito aspettarsi di più.