I registi Michelangelo Antonioni, Steven Soderbergh e Wong Kar Wai raccontano l'amore attraverso il loro punto di vista con un film composto da tre episodi.

L'erotismo secondo tre autori importanti. Michelangelo Antonioni dirige Il filo pericoloso delle cose, breve storia di una coppia in crisi che si separa. Mentre lei fugge, lui trova un avventura amorosa con una sconosciuta. Antonioni narra dell'incomunicabilità dei rapporti e della difficoltà dello stare insieme: lo stile è raffinato, ma la recitazione del segmento è ai limiti del ridicolo e il risultato è quasi imbarazzante. Steven Soderbergh racconta nel suo episodio Equlibrium dell'amore come instabilità e sogno, attraverso l'incontro/scontro tra uno psicologo e un suo paziente. Tanto fumo e poco arrosto. Infine, con La mano, Wong Kar Wai sfrutta il suo stile rarefatto per una storia di romanticismo erotico, un'attrazione fatale tra un sarto e una sua cliente che da passione diventa vero amore. È questo l'unico capitolo discreto (seppur lontano dalle vette del regista hongkonghese) di un progetto in cui manca una reale idea d'insieme. I tre autori sembrano aver diretto i rispetti lavori con la mano sinistra, lavorando di maniera e impegnandosi pochissimo. Un'occasione totalmente sprecata.
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