Otto episodi in musica (più un intervallo) accompagnati da orchestra e sequenze animate. Toccata e fuga in re minore (da Johann Sebastian Bach); Lo schiaccianoci (da Pëtr Il'iÄ ÄŒajkovskij), dedicato alle stagioni in mutamento; L'apprendista stregone (da Paul Dukas), in cui Topolino è alle prese con un magico tirocinio; La sagra della primavera (da Igor Stravinskij), accompagnata da balletti e cosmogonie; Intervallo a suon di jazz; Sinfonia n.6 “Pastorale” (da Ludwig Van Beethoven), ambientato nell'antica Grecia; Danza delle ore (da Amilcare Ponchielli), con protagonisti ippopotami ed elefanti alle prese con danze sfrenate; Una notte sul Monte Calvo (da Modest Mussorgsy) e, infine, Ave Maria (da Franz Schubert).

Con Fantasia, roboante e raffinatissimo pastiche che mescola otto segmenti animati introdotti da sequenze in live action e ispirati dal lavoro dell'Orchestra di Philadelphia (per sette delle otto porzioni) guidata da Leopold Stokowski, Walt Disney consegna alla storia del cinema la sua produzione più ambiziosa: pionieristico nella realizzazione di Fantasound, dispositivo inedito e stereofonico surround in grado di ridurre il rumore (e molte altre tecniche avanzatissime) brevettato in collaborazione con la RCA, con trentatré microfoni posizionati attorno all'orchestra per registrarne il suono nella forma più sofisticata possibile, Fantasia è un inno trionfale alla potenza Disney. Impetuoso e incostante, distribuito in molteplici edizioni – e per quanto riguarda le prime distribuzioni nordamericane, la RKO sfilacciò molte sequenze al montaggio per via della lunga durata – presenta alcuni dei momenti più significativi nella storia del cinema d'animazione e, va da sé, di quella Disney. Le suggestioni evocate dalle partiture (tra gli altri) di Bach, Stravinskij, Schubert, Ponchielli, ÄŒajkovskij e Beethoven si intrecciano alle poderose strutturazioni visive, in cui il duro lavoro degli orchestrali si mescola a un'animazione praticamente perfetta. Topolino, nell'episodio L'apprendista stregone, riconferma il suo potere dopo qualche anno di declino (ai primordi il film avrebbe dovuto essere interamente costruito attorno a lui): è l'icona di un'opera che racchiude un testamento dinamico, un caleidoscopio sinfonico, onirico e fluido attorno al quale gravitano spettri colorati di bagliori e (sì, come da titolo) fantasie. Tra pastorali e ippopotami, un'esperienza che non si dimentica.
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