Fukushima: A Nuclear Story
Durata
84
Formato
Regista
A distanza di cinque anni dal terribile incidente di Fukushima, un giornalista italiano ci conduce all’interno della tragedia giapponese, grazie a immagini sorprendenti e interviste agli abitanti e alle autorità delle zone colpite.
Frutto di un lavoro di circa quattro anni, Fukushima: A Nuclear Story è un documentario d’inchiesta lineare e divulgativo, capace di illustrare con la dovuta attenzione anche i passaggi più complessi di uno tra i fatti di cronaca più gravi degli ultimi anni. Avvalendosi di un budget significativo, Matteo Gagliardi impiega intelligentemente molte delle sue energie per ricostruire i fatti in maniera chiara ed elementare, grazie all’utilizzo di grafiche animate e commenti fuori campo capaci di condurre il pubblico meno esperto sino al cuore della vicenda senza confonderlo con tecnicismi spinosi o passaggi frettolosi. Così, pur allontanandosi dall’estetica del documentario più consona ai prodotti pensati per il grande schermo per rifugiarsi invece nel consolidato linguaggio d’inchiesta tipico della televisione, il film riesce comunque a lasciare il segno grazie ad alcune sequenze che si discostano dalla cronaca più cruda per cercare di radiografare le conseguenze sociali (oltre che quelle più concrete e drammatiche) causate dalla tragedia. Nella versione internazionale, la voce narrante è prestata da Willem Dafoe.
Frutto di un lavoro di circa quattro anni, Fukushima: A Nuclear Story è un documentario d’inchiesta lineare e divulgativo, capace di illustrare con la dovuta attenzione anche i passaggi più complessi di uno tra i fatti di cronaca più gravi degli ultimi anni. Avvalendosi di un budget significativo, Matteo Gagliardi impiega intelligentemente molte delle sue energie per ricostruire i fatti in maniera chiara ed elementare, grazie all’utilizzo di grafiche animate e commenti fuori campo capaci di condurre il pubblico meno esperto sino al cuore della vicenda senza confonderlo con tecnicismi spinosi o passaggi frettolosi. Così, pur allontanandosi dall’estetica del documentario più consona ai prodotti pensati per il grande schermo per rifugiarsi invece nel consolidato linguaggio d’inchiesta tipico della televisione, il film riesce comunque a lasciare il segno grazie ad alcune sequenze che si discostano dalla cronaca più cruda per cercare di radiografare le conseguenze sociali (oltre che quelle più concrete e drammatiche) causate dalla tragedia. Nella versione internazionale, la voce narrante è prestata da Willem Dafoe.