Il Brigadiere Bottoni (Aldo Fabrizi) per non perdere il posto di lavoro deve arrestare entro tre mesi il farabutto Esposito (Totò), ladro che gli è sfuggito sotto gli occhi di un indignato e alquanto influente benefattore americano.

Il miglior film della coppia Monicelli-Steno è interpretato da una altrettanto straordinaria coppia composta da Totò e Fabrizi. I due mattatori trovano qui un'alchimia che giova all'intera pellicola: in particolare Totò, gigione come al solito, lascerà intravedere sprazzi da attore drammatico che gli varranno il primo grosso riconoscimento della carriera (il Nastro d'Argento). L'efficace sceneggiatura fu premiata alla quinta edizione del Festival di Cannes. Il film è stato capace di affermarsi con successo anche tra il pubblico grazie all'immagine realistica di un paese dove le guardie e i ladri si assomigliano tremendamente tanto da arrivare a comprendersi e a fraternizzare. Da segnalare le scenografie di Flavio Mogherini (che restituisce una Roma spoglia, polverosa e in ricostruzione) e la colonna sonora incalzante, ma mai invadente, di Alessandro Cicognini, già particolarmente apprezzato per aver “accompagnato” Sciuscià (1946) e Ladri di biciclette (1948).
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