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La vedova allegra
The Merry Widow
Durata
99
Formato
Regista
Madame Sonia (Jeanette MacDonald) è una ricca vedova e prima contribuente del piccolo di regno di Marshovia. Quando la donna decide di trasferirsi a Parigi getta nel panico Re Achmet (George Barbier): egli teme che Sonia possa sposarsi con uno straniero e lasciare al verde le dissestate casse di Marshovia. Perciò l'affascinante Conte Danilo (Maurice Chevalier) sarà invitato in Francia per sedurre la vedova e riportarla in patria.
Secondo dei tre adattamenti cinematografici dell'operetta di Franz Lehàr, il film di Lubitsch è una commedia a ritmo di valzer, avvincente e brillante, pur non disdegnando risvolti dolceamari. La forza e al contempo la frivolezza del sentimento d'amore, l'inganno emotivo, la decadenza di un mondo arcaico rapportato allo sfavillante turbinio della metropoli: tutti temi ricorrenti nella poetica di Lubitsch, che riesce ad affrontarli sempre con sorprendente originalità e con la giusta dose di ironica cattiveria. E il sofisticato stile lubitschiano dà anche in questa occasione prova di padroneggiare perfettamente il livello formale, grazie soprattutto allo splendido bianco e nero del direttore della fotografia Oliver T. Marsch e alle curatissime scenografie di Cedric Gibbons e Fredric Hope (premiate con l'Oscar). Perfetta la coppia Chevalier-MacDonald al quarto film insieme. Oltre a quella ufficiale, fu girata in contemporanea anche una versione in francese con gli stessi protagonisti. Le altre due trasposizioni filmiche dell'operetta di Lehàr sono quella di Erich von Stroheim, La vedova allegra (1925) con Mae Murray e John Gilbert, e di Curtis Bernhardt, La vedova allegra (1952) con Lana Turner e Fernando Lamas.
Secondo dei tre adattamenti cinematografici dell'operetta di Franz Lehàr, il film di Lubitsch è una commedia a ritmo di valzer, avvincente e brillante, pur non disdegnando risvolti dolceamari. La forza e al contempo la frivolezza del sentimento d'amore, l'inganno emotivo, la decadenza di un mondo arcaico rapportato allo sfavillante turbinio della metropoli: tutti temi ricorrenti nella poetica di Lubitsch, che riesce ad affrontarli sempre con sorprendente originalità e con la giusta dose di ironica cattiveria. E il sofisticato stile lubitschiano dà anche in questa occasione prova di padroneggiare perfettamente il livello formale, grazie soprattutto allo splendido bianco e nero del direttore della fotografia Oliver T. Marsch e alle curatissime scenografie di Cedric Gibbons e Fredric Hope (premiate con l'Oscar). Perfetta la coppia Chevalier-MacDonald al quarto film insieme. Oltre a quella ufficiale, fu girata in contemporanea anche una versione in francese con gli stessi protagonisti. Le altre due trasposizioni filmiche dell'operetta di Lehàr sono quella di Erich von Stroheim, La vedova allegra (1925) con Mae Murray e John Gilbert, e di Curtis Bernhardt, La vedova allegra (1952) con Lana Turner e Fernando Lamas.
