Golden Gate
Golden Gate
Durata
91
Formato
Regista
Nel 1952, una giovane recluta dell'FBI di San Francisco (Matt Dillon) fa condannare, avvalendosi di prove false, un sindacalista sino-americano (Keone Young) a dieci anni di carcere, il tutto solo per far carriera e per sete di potere. Ma presto si troverà coinvolto emotivamente e sentimentalmente nelle vicende famigliari dell'uomo che ha incastrato.
Si parla di pentimento, nel film di John Madden, di colpe che tornano a bussare e di coscienze che mordono: il collante, isolato e fin troppo labile oltre che grossolano e imbarazzante per com'è maneggiato, di un'opera seconda insicura e acerba ma anche ridicola e con soluzioni da mani nei capelli, che desidera a tutti i costi piegare la vicenda a un antiamericanismo facile e strumentale, abusando di ammiccamenti e complotti, di sensibilizzazioni che dovrebbero illuminare lo spettatore medio sugli scempi condotti nell'ombra dalla prima potenza mondiale e altri riempitivi che seguono più o meno questo tenore, poco esaltante, già visto e del quale si farebbe volentieri a meno.
Si parla di pentimento, nel film di John Madden, di colpe che tornano a bussare e di coscienze che mordono: il collante, isolato e fin troppo labile oltre che grossolano e imbarazzante per com'è maneggiato, di un'opera seconda insicura e acerba ma anche ridicola e con soluzioni da mani nei capelli, che desidera a tutti i costi piegare la vicenda a un antiamericanismo facile e strumentale, abusando di ammiccamenti e complotti, di sensibilizzazioni che dovrebbero illuminare lo spettatore medio sugli scempi condotti nell'ombra dalla prima potenza mondiale e altri riempitivi che seguono più o meno questo tenore, poco esaltante, già visto e del quale si farebbe volentieri a meno.