Guardiani della Galassia Vol. 3

Guardians of the Galaxy Vol. 3

Anno

Paese

Usa

Durata

150

Formato

Regista

Peter Quill (Chris Pratt), ancora provato dalla perdita di Gamora (Zoe Saldana), deve riunire la sua squadra per difendere l'universo e, soprattutto, proteggere Rocket. Quest’ultimo è infatti agonizzante, dopo un attacco improvviso, e i suoi amici dovranno scoprire tutto il suo passato per provare a salvarlo.

Lo dice fin dalle prime battute, questo terzo capitolo dedicato ai Guardiani della Galassia, che sarà un film dal sapore malinconico e pieno di tanti addii: rispetto agli incipit effervescenti a cui siamo abituati nel Marvel Cinematic Universe, James Gunn opta per un inizio nostalgico, accompagnato dalla cover di Creep dei Radiohead, in cui i “nostri” eroi sono sopraffatti dai rimpianti e dalla depressione. È infatti una pellicola ad altissimo tasso emotivo quella che si sviluppa, capace di seguire perfettamente la commovente conclusione del secondo capitolo, in cui l’infanzia di Rocket diventa il vero fiore all’occhiello del coinvolgimento generale che viene messo in campo. Si ride (molto) e si piange (altrettanto) all’interno di questa girandola di sentimenti in cui non tutto funziona perfettamente, ma in cui il disegno complessivo riesce ancora una volta a funzionare, come nei due lungometraggi precedenti. Il villain di turno appare piuttosto fiacco e scontato, così come le sorprese narrative risultano scarse e c’è anche un po’ troppa melassa generale, ma Gunn riesce ugualmente ad appassionare e a regalare più di una scena di altissimo livello (il piano-sequenza dell’attacco dei Guardiani nella seconda parte del film, in primis). Tanto può bastare per un prodotto che vuole essere soprattutto intrattenimento, divertimento e, appunto, emozioni. Convince ancora una volta alla grande la stratificazione psicologica dei protagonisti (Rocket soprattutto, ma è sempre perfetto Drax il Distruttore e i suoi ottimi tempi comici), mentre più grossolane sono quelle delle figure di contorno, fatta eccezione per gli splendidi amici della giovinezza di Rocket, che sembrano usciti dagli esperimenti de L’isola del dottor Moreau. Il risultato è così la degna conclusione di una trilogia che rappresenta indubbiamente una delle vette del Marvel Cinematic Universe e, allo stesso tempo, il perfetto congedo per James Gunn, che con questo lungometraggio saluta la Marvel per diventare a dirigere i concorrenti della DC.  
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