Scarlet
Hateshinaki Scarlet
Durata
112
Formato
Regista
Scarlet è una principessa medievale alle prese con una pericolosa missione: vendicare la morte del padre. Una volta ferita a morte, si ritrova in un mondo surreale, una sorta di limbo ultraterreno dove presente e passato si intrecciano e si accavallano. Qui incontra un giovane idealista dei nostri giorni che non solo la aiuta a guarire, ma le mostra anche la possibilità di un futuro libero da rabbia e amarezza.
Ottavo lungometraggio diretto da Mamoru Hosoda, Scarlet conferma in tutto e per tutto le caratteristiche del cinema dell'autore. Da un lato insiste su un'animazione roboante (forse anche troppo) e dinamica, attenta a ogni singolo dettaglio e realizzata ibridando la tecnica tradizionale alla CGI; dall'altro si avvale di una cornice narrativa ingombrante ed eccessivamente stratificata, dove personaggi e sottotrame disorientano il pubblico con lo scopo di creare un labirinto nel quale perdersi per prediligere l'impatto emotivo e sensoriale con le immagini. Le tematiche care al regista ci sono tutte (i rapporti familiari, l'imprevedibilità dell'esistenza, gli interrogativi di fronte a una dimensione più metafisica e irrazionale), così come indovinata è l'impostazione videoludica che Hosoda pone al centro del progetto a cominciare dalla primissima sequenza. Ciò che invece convince decisamente meno è proprio il bilancio finale, poiché la componente emotiva rischia di venire soffocata dalle pieghe fantasy del racconto dalle quali diventa difficile prescindere, anche per via di uno script troppo verboso e pedante che lascia poco spazio al coinvolgimento e al trasporto. In ogni caso, la visione resta quantomeno interessante e chi ama il percorso del regista, troverà in Scarlet una piacevole conferma. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.