The Boy and the Beast
Bakemono no ko
Durata
119
Formato
Regista
Una storia ambientata nel mondo degli esseri umani (Tokyo Shibuya ward) e nel regno dei bakemono (creature spirituali). In queste due realtà, che non devono intersecarsi, vivono un ragazzo e un bakemono solitari; un giorno, il primo si perde nel mondo del secondo e diventa il discepolo di una creatura chiamata Kumatetsu.
La conferma del talento artistico e visionario di Mamoru Hosoda arriva con quest’opera complessa e visivamente intrigante, che eleva ulteriormente il livello estetico rispetto al già lodevole Wolf Children – Ame e Yuki i bambini lupo (2012). Hosoda, ormai consacrato a grande regista dell’animazione nipponica, porta in scena temi a lui cari: la famiglia, la crescita personale, il rapporto genitore-figlio, la scelta tra il mondo animale e quello umano, ben più bestiale e crudele. Dopo una prima parte estremamente convincente, sostenuta da uno script solido e per nulla banale, con ottime caratterizzazioni dei personaggi, la pellicola cala, rischiando di perdersi e di voler strafare, salvo risollevarsi con un finale di notevole qualità. Nonostante i limiti, Hosoda, che per questo The Boy and the Beast attinge al simbolismo e alla tradizione orientale ma anche a Walt Disney, ha comunque il grande merito di non adagiarsi, di osare e ricercare soluzioni visive nuove, trattando tematiche delicate con tocco poetico, senza trascurare una buona dose d’azione e di ritmo. Da vedere.
La conferma del talento artistico e visionario di Mamoru Hosoda arriva con quest’opera complessa e visivamente intrigante, che eleva ulteriormente il livello estetico rispetto al già lodevole Wolf Children – Ame e Yuki i bambini lupo (2012). Hosoda, ormai consacrato a grande regista dell’animazione nipponica, porta in scena temi a lui cari: la famiglia, la crescita personale, il rapporto genitore-figlio, la scelta tra il mondo animale e quello umano, ben più bestiale e crudele. Dopo una prima parte estremamente convincente, sostenuta da uno script solido e per nulla banale, con ottime caratterizzazioni dei personaggi, la pellicola cala, rischiando di perdersi e di voler strafare, salvo risollevarsi con un finale di notevole qualità. Nonostante i limiti, Hosoda, che per questo The Boy and the Beast attinge al simbolismo e alla tradizione orientale ma anche a Walt Disney, ha comunque il grande merito di non adagiarsi, di osare e ricercare soluzioni visive nuove, trattando tematiche delicate con tocco poetico, senza trascurare una buona dose d’azione e di ritmo. Da vedere.