Mesi dopo la morte dell'infiltrato Yan (Tony Leung Chiu Wai), Lau (Andy Lau) ha ripreso la sua posizione a capo degli Affari Interni. Mentre le talpe di Sam (Eric Tsang) vengono smascherate una ad una, Lau è perseguitato dai fantasmi del passato e da un atroce senso di colpa.

Girato lo stesso anno del precedente Internal Affairs II (2003), Infernal Affairs III è la conclusione definitiva delle vicende della saga, ma soprattutto è il passaggio della parabola personale vissuta da Lau (Andy Lau), precipitato dopo la morte di Yan (Tony Leung Chiu Wai), nel suo personale inferno buddista. La sceneggiatura, anche questa volta scritta in collaborazione con Felix Chong, si muove avanti e indietro nel tempo prendendo come punto di partenza i tragici eventi alla fine del primo film, passando anche attraverso parentesi allucinatorie frutto del senso di colpa del protagonista. Buone le intenzioni, come per il precedente, ma la pellicola è senza di dubbio la più debole delle tre, troppo dispersiva e concentrata su personaggi che compaiono solo in questo capitolo e che quindi risultano poco integrati nell'affresco generale. Un finale in calando per una trilogia che meritava di certo una chiusura di altro spessore.
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