ISVN - Io sono Valentina Nappi

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50

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Valentina Nappi (nei panni di se stessa) trova un’abitazione in cui soggiornare nei pressi del quartiere romano della Garbatella, nello studio di un artista. Successivamente si intrattiene con un suo amico di lunga data, col quale lentamente esplode un’inesorabile passione sessuale. Lui è Lorenzo: i due discutono del legame tra sesso e cibo mentre lui divora un hamburger alla cipolla e le chiede della sua carriera oltreoceano, ma poi i due si spogliano, si baciano, fanno selvaggiamente l’amore fino a sfiancarsi e ad addormentarsi.



A due anni da Queen Kong (2016), la regista Monica Stambrini e la celeberrima pornostar italiana Valentina Nappi tornano a esplorare la sessualità e l’icona della più celebre attrice hard nostrana con ISVN - Io Sono Valentina Nappi, uscito nelle sale insieme al cortometraggio precedente. Il film, della durata di un’ora scarsa e prossimo al mediometraggio per ambizioni e minutaggio, è un prodotto che si può definire, con un termine molto di moda, autofiction: la Nappi viene messa in scena e si mette direttamente in scena, spogliandosi ben oltre l’ostentazione impudica e risaputa delle proprie grazie. La pornodiva campana non si nega infatti davanti a nulla, che sia il suo ciclo mestruale o l’osservazione sfacciata dei suoi gesti e pensieri, con tanto di pedinamento e microgesti offerti alla macchina da presa. Il risultato è un autoritratto sincero e mosso da un’autentica e propulsiva idea di porno femminista, in cui il godimento condiviso con l’uomo è orizzontale e appaiato, potente e attraversato da profonde e ben assestate ondate di passione, ironia, rinegoziazione fisica e intellettuale. I limiti dell’operazione stanno in una consapevole ma non per questo non limitante approssimazione narrativa, nella quale fa qua e là capolino un voyeurismo talvolta insincero ma non per questo non funzionale ai pregi già citati. Il film nasce dal clima culturale riconducibile ai progetti del collettivo Le Ragazze del Porno e tenta, non senza qualche esito malfermo e claudicante, di lavorare sul sesso e sulle sue ripercussioni in maniera narrativa, senza per questo negarsi delle potenziali ricadute sperimentale. In colonna sonora Le luci della centrale elettrica e Bello Wigo con un brano sui titoli di testa, Io sono Valentina Nappi, che strizza l’occhio ai suoi Io sono Mussolini e Io sono Francesco Totti.
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2001

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