Sanguepazzo

1945, in un'Italia ormai prossima alla Liberazione. La vita dissoluta di Osvaldo Valenti (Luca Zingaretti) e Luisa Ferida (Monica Bellucci), due divi italiani belli e dannati che aderirono alla Repubblica di Salò, si incrocia con il dramma della Storia. Saranno fucilati a seguito di un processo sommario che non riesce a dimostrare la loro reale partecipazione ad azioni di collaborazionismo.

Un affresco storico dal carattere romanzato che copre un arco di circa nove anni, dal fascismo alla Liberazione, in cui Giordana si avvicina a una ribollente materia narrativa con un taglio da miniserie televisiva (il film, infatti, venne trasmesso in due puntate dalla Rai). Gli elementi di fascino ci sarebbero tutti, con una vicenda di grande impatto che ruota attorno a due divi scandalosi e viziosi, amati tanto dal fascismo quanto dal pubblico; peccato però che il risultato finale sia un polpettone fazioso e poco credibile, chiuso all'interno di una trama didascalica e a tratti grottesca che imbriglia il racconto e lo avvicina a quei bei lavori di fiction che impazzano sul piccolo schermo. L'effimera eleganza formale sembra voler mettere una pezza alla inadeguata recitazione della coppia Zingaretti-Bellucci. Fotografia di Roberto Forza, musiche di Franco Piersanti. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes.