Diario di un maestro

In una scuola romana, il maestro Bruno D'Angelo (Bruno Cirino) deve quotidianamente fare i conti con una classe semideserta. Stufo della desolante situazione, Bruno decide di andare a cercare in strada i bambini rinunciatari per stimolarli a seguire le lezioni, inventandosi metodi meno ortodossi per insegnare le discipline fondamentali.

Inizialmente realizzato per la televisione, strutturato in quattro episodi dalla durata complessiva di 290 minuti, visto il grande successo ottenuto venne ridotto nel minutaggio e portato sul grande schermo. Operazione coraggiosa, fresca, sincera, solida e pienamente riuscita: un affresco preciso e veritiero dell'Italia degli anni Settanta, calato perfettamente in quella decade non solo nella caratterizzazione di usi e costumi, ma soprattutto per le correnti di pensiero e le logiche della società di quegli anni. Denunciando in maniera obiettiva l'arretratezza culturale del sistema scolastico italiano, De Seta non rinuncia però a proporre uno sguardo più ottimista sulla questione, spronando a un positivo e genuino rinnovamento dalle tinte fiabesche (dunque utopiche), necessarie per iniziare a cambiare le carte in tavola. Umile e potente, nonostante esprima il massimo del suo potenziale artistico solo nella versione estesa per la TV.