Il presidente (Philippe Leroy) di una casa di produzione cinematografica è a rischio licenziamento a causa dei risultati negativi dell'azienda. Cerca, così, di trovare un prodotto nuovo e frizzante che possa salvarlo: gli vengono proposti quattro cortometraggi, opere prime di altrettanti registi (Il volo, La cifra, Nei dintorni di mezzanotte e Attraverso la luce).



Opera collettiva costituita da quattro episodi collegati tra loro da un canovaccio debolissimo, Juke box segna l'esordio alla regia, tra gli altri, di Daniele Luchetti, autore di Mio fratello è figlio unico (2007) e de La scuola (1995), e di Antonello Grimaldi, regista di Caos calmo (2008). Il film è prodotto dalla scuola di cinema Gaumont impiegando i suoi allievi: si percepisce la sensazione di trovarsi di fronte a un'opera acerba, una sorta di saggio scolastico, collegato da una trama pretestuosa e poco convincente. I corti funzionano in modo altalenante: carino lo spunto de Il volo (Valerio Jalongo) e interessante la citazione del cinema di genere in Nei dintorni di mezzanotte (Daniele Luchetti), ma l'operazione, nel suo complesso, annoia non poco e si dimentica molto in fretta.
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