E adesso, pover'uomo?
Little Man, What Now?
Durata
98
Formato
Regista
Nella Germania desolata e senza speranze del primo dopoguerra, una giovane coppia di sposi (Margaret Sullavan e Douglass Montgomery) si trova a dover vagabondare tra un tetto e l'altro alla continua ricerca di un posto di lavoro e di un luogo sicuro dove poter accudire il bambino che sta per nascere.
Dopo le feroci critiche e censure subite per Vicino alle stelle (1933), Frank Borzage non si dà per vinto e realizza un nuovo melodramma insistendo sui medesimi elementi del titolo precedente (seguendo, cioè, le vicende di una coppia povera e circondata da una desolazione palpabile), ma ambientando il tutto nella Germania postbellica, come a voler amplificare ulteriormente il degrado e l'abbrutimento del contesto. Ancora una volta il tocco sensibile del regista, decisamente non comune per coscienza ed efficacia, si dimostra in grado di narrare delle storie profondamente umane, capaci di veicolare sentimenti sinceri e genuini. Il dramma a tinte forti pronto a esplodere e soprattutto le lacrime sono costantemente in agguato, com'è facile intuire, eppure non si scade mai nella retorica, mai nel ricattatorio o nel patetico. L'autore lavora in maniera efficace e profonda anche con i suoi attori (credibili e sicuri nell'occupare la scena), in un film che, tra le altre cose, non si dimentica nemmeno di lasciare aperte le porte della speranza e dell'ottimismo.
Dopo le feroci critiche e censure subite per Vicino alle stelle (1933), Frank Borzage non si dà per vinto e realizza un nuovo melodramma insistendo sui medesimi elementi del titolo precedente (seguendo, cioè, le vicende di una coppia povera e circondata da una desolazione palpabile), ma ambientando il tutto nella Germania postbellica, come a voler amplificare ulteriormente il degrado e l'abbrutimento del contesto. Ancora una volta il tocco sensibile del regista, decisamente non comune per coscienza ed efficacia, si dimostra in grado di narrare delle storie profondamente umane, capaci di veicolare sentimenti sinceri e genuini. Il dramma a tinte forti pronto a esplodere e soprattutto le lacrime sono costantemente in agguato, com'è facile intuire, eppure non si scade mai nella retorica, mai nel ricattatorio o nel patetico. L'autore lavora in maniera efficace e profonda anche con i suoi attori (credibili e sicuri nell'occupare la scena), in un film che, tra le altre cose, non si dimentica nemmeno di lasciare aperte le porte della speranza e dell'ottimismo.