Il sassofonista Danny (Stephen Rea) è testimone di un duplice omicidio: un gruppo di gangster ha ucciso il suo manager e una ragazza sordomuta che aveva conosciuto poco prima. Danny non sta a guardare e darà vita a una terribile vendetta.

Esordio dietro la macchina da presa di Neil Jordan, irlandese classe 1950 che fino a quel momento si era destreggiato unicamente come sceneggiatore. Si tratta di un'opera prima piuttosto bizzarra, contrassegnata da repentini cambi di genere e di stile. Il futuro autore de La moglie del soldato (1992) sta ancora cercando una propria identità registica, ma i guizzi non gli mancano: la narrazione, un po' macchinosa, è valorizzata da diversi momenti esplosivi, accelerazioni di ritmo e situazioni surreali. Tanta carne al fuoco, non sempre dosata a dovere, ma resta indubbiamente un esodio curioso e accattivante. Stephen Rea inizia qui una lunga collaborazione che lo legherà a Jordan per tantissimi altri film.
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