KhÅrshÄ«d – I figli del Sole
KhÅrshÄ«d
Durata
99
Formato
Regista
Ali (Rouhollah Zamani) ha dodici anni e, insieme ai suoi amici, cerca di sopravvivere tra lavoretti e piccoli crimini per trovare in fretta del denaro. Alcuni di loro sono chiamati anche a sostenere le loro famiglie in questo modo, ma per Ali potrebbe arrivare una svolta imprevista: al ragazzo viene affidato il compito di ritrovare un tesoro nascosto sottoterra e la sua vita potrebbe improvvisamente cambiare.
Parte da uno spunto indubbiamente importante questo film di Majid Majidi: come segnala lo stesso regista, sono 152 milioni i bambini nel mondo costretti a lavorare per sostenere le proprie famiglie. Da questa base nasce una pellicola, però, ad alto tasso retorico, tanto nella narrazione quanto in una messinscena dalla fotografia troppo patinata e pulita, incapace di far sentire realmente la polvere delle strade in cui si muovono i giovanissimi protagonisti. Quest’assenza di credibilità porta la pellicola a risultare poco spontanea e decisamente costruita a tavolino, anche per delle dinamiche narrative forzate e, purtroppo, incapaci di far mantenere il focus sugli interessanti spunti di partenza. Il coinvolgimento emozionale, così, è basso e rischia di perdersi del tutto in una parte centrale ridondante e raramente appassionante. Il risultato è un film del tutto trascurabile. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2020.
Parte da uno spunto indubbiamente importante questo film di Majid Majidi: come segnala lo stesso regista, sono 152 milioni i bambini nel mondo costretti a lavorare per sostenere le proprie famiglie. Da questa base nasce una pellicola, però, ad alto tasso retorico, tanto nella narrazione quanto in una messinscena dalla fotografia troppo patinata e pulita, incapace di far sentire realmente la polvere delle strade in cui si muovono i giovanissimi protagonisti. Quest’assenza di credibilità porta la pellicola a risultare poco spontanea e decisamente costruita a tavolino, anche per delle dinamiche narrative forzate e, purtroppo, incapaci di far mantenere il focus sugli interessanti spunti di partenza. Il coinvolgimento emozionale, così, è basso e rischia di perdersi del tutto in una parte centrale ridondante e raramente appassionante. Il risultato è un film del tutto trascurabile. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2020.