L'uomo puma

Un giovane paleontologo (Walter George Alton) viene avvicinato dal misterioso Vadinho (Miguel Ángel Fuentes), il quale si presenta come il sacerdote del Dio Bianco, che secoli prima si è accoppiato con un’umana per dare vita alla stirpe degli uomini puma, di cui il professore sarebbe ultimo discendente. Insieme devono sconfiggere Kobras (Donald Pleasance), che vuole conquistare il mondo controllando le menti degli uomini con un antico artefatto. 

Apice scult della carriera di De Martino, L’uomo puma è la risposta italiana ai film di supereroi che stavano prendendo piede grazie al successo del Superman di Donner. Il confronto non sussiste: la pellicola è raffazzonata e senza idee chiare, e il tutto ha un’aura di parodia nonostante le serie intenzioni della produzione. I dialoghi sono beceri e non si può che stendere un velo pietoso sugli effetti speciali. Se si è nella giusta predisposizione, il ridicolo involontario del progetto può regalare qualche sincera risata, ma non ci si aspetti di più. Donald Pleasance si presta inspiegabilmente per recitare il ruolo del cattivo, ma anche lui è sottotono. Il film ha riscoperto una certa popolarità tra le nuove generazioni grazie al passaparola su Internet, dove è stato eletto tra il pantheon del trash nostrano.