Labirinto mortale

Emily Crane (Kelly McGillis) è una giovane impiegata del mensile Life, finita sotto l'attenzione della Commissione per le attività antiamericane del senatore McCarthy. Per essersi rifiutata di denunciare altri “comunisti”, viene licenziata e incappa in attività sospette: finirà per indagare e scoprire, con l'aiuto di un agente federale (Jeff Daniels), un complotto legato all'ingresso in America di criminali nazisti.

Dopo Il prestanome (Martin Ritt, 1976), lo sceneggiatore Walter Bernstein torna a raccontare l'America dei tempi della caccia alle streghe e del maccartismo, periodo che visse sulla propria pelle, essendo il suo uno dei nomi delle famigerate "liste nere". Questa volta il registro è tutt'altro che ironico e il parallelo tra la storica commissione e quella all'opera nel film aggressivo e acre: altro che salvezza dell'America, copertura per ricostruire la verginità di criminali di guerra. Peter Yates dirige un thriller dalla confezione curatissima: ricostruzione fedele e pregevole di un magistrale impianto visivo, anche se la struttura narrativa risente di una certa approssimazione, dovuta all'attenzione estrema per l'apparato formale (basti pensare agli inseguimenti forsennati, con tanto di spericolate acrobazie su tetti e cornicioni). Jessica Tandy è Miss Venable. Musiche di Georges Delerue, fotografia di Michael Ballhaus.