Ispirato liberamente alla figura storica di Kaspar Hauser, il Fanciullo d'Europa che proclamava di essere cresciuto in completo isolamento, vede il suo protagonista (Silvia Calderoni) condurre una vita libera e incontaminata su una sconosciuta isola al di fuori di qualsiasi tempo. Le figure che incroceranno il suo percorso saranno poche, ma tutte con caratteristiche peculiari, in modo da formare un immaginario riconoscibile e ambiguo.

Il quarto film del milanese Davide Manuli è un curioso esperimento cinematografico che unisce il desiderio di libertà espressiva a quello prettamente indipendente della fase produttiva. Tuttavia, alla pochezza di una messa in scena incontaminata e scevra non corrisponde un'idea forte che mantenga le buone premesse della pellicola, che procede così per inerzia attraverso situazioni prevedibili e, in definitiva, sterili. A nulla vale la buona interpretazione di Vincent Gallo, che arriva addirittura a sdoppiarsi. Silvia Calderoni è Kaspar Hauser, Claudia Gerini la Duchessa, Fabrizio Gifuni il prete. Presentato all'International Film Festival di Rotterdam.
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