Salvatore (Renato Salvatori) e Romolo (Maurizio Arena) sono due baldi giovani romani che si innamorano entrambi della bella Giovanna (Marisa Allasio), aiutante sarta nel negozio del padre. Il triangolo amoroso condurrà i protagonisti verso una serie di incomprensioni e litigi che metteranno a dura prova la loro amicizia.

Dino Risi firma una commedia simbolo dell'Italia pre-boom economico. Un film che deve il proprio successo quasi interamente alla sceneggiatura brillante (scritta dallo stesso Risi con Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa) e alle “scenografie naturali” di una Roma popolare in piena ricostruzione: unici gli scenari di Piazza Navona e dello stabilimento balneare galleggiante sul Tevere. Nonostante i toni leggeri e spensierati, Risi condisce l'opera con alcuni richiami (più o meno espliciti) alla situazione economica precaria in cui il paese si ritrova, senza calcare troppo la mano (le famiglie protagoniste vivono strette in un contesto molto popolare). Commedia edulcorata e un po' ingenua, titolo simbolo del cosiddetto Neorealismo rosa, ovvero il filone cinematografico che attraverso gli stilemi del Neorealismo e della commedia romantica prelude alla grande stagione della commedia all'italiana, è comunque una pellicola godibile e scorrevole al punto giusto. Il film ha due seguiti: Belle ma povere (1957) e Poveri milionari (1958).

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