L'inganno perfetto
The Good Liar
Durata
110
Formato
Regista
Roy Courtnay (Ian McKellen) è un esperto truffatore che insieme al suo socio in affari Vincent (Jim Carter) manipola persone facoltose per avere accesso alle loro finanze. Quando incontra Betty McLeish (Helen Mirren), vedova benestante con oltre 3 milioni di sterline da parte e di salute cagionevole, Roy elabora un piano apparentemente molto semplice: sedurla e appropriarsi dei soldi dopo la sua morte. Ma se Roy non fosse l'unico ad aver mentito sulla sua vera identità?
Thriller godibile ma annacquato con protagonista una grande coppia di navigati attori come Ian McKellen e Helen Mirren, L’inganno perfetto è tutto giocato sui siparietti senili e “affettuosi" tra i due interpreti, che celano però, sotto la superficie apparentemente rassicurante dei loro scambi levigati, più di un’ambiguità e un livello di complessità. Ancorandosi a questo snodo semplicissimo, esattamente a metà tra strada tra la letteratura di Patricia Highsmith e un debole e sfilacciato canovaccio hitchcockiano, il film diretto da Bill Condon scorre via con un discreto grado di intrattenimento proponendosi come un rassicurante prodotto da domenica pomeriggio declinato al veleno per topi, graziato oltretutto dalla prova di due attori cui basta inserire il pilota automatico per risultare credibili e guizzanti sul grande schermo. Peccato però che la suspense mostri spesso la corda e che ad abbandonare siano soprattutto i siparietti gigioni e ammiccanti (come la sequenza in cui Roy e Betty, nella Londra del 2009, vanno a vedere al cinema Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino), che appesantiscono inutilmente la narrazione nel suo incedere pigro e prevedibile, flashback compresi, fino alla non certo esaltante risoluzione finale. Musiche, estremamente ridondanti, del pur bravo Carter Burwell. Presentato nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival 2019.
Thriller godibile ma annacquato con protagonista una grande coppia di navigati attori come Ian McKellen e Helen Mirren, L’inganno perfetto è tutto giocato sui siparietti senili e “affettuosi" tra i due interpreti, che celano però, sotto la superficie apparentemente rassicurante dei loro scambi levigati, più di un’ambiguità e un livello di complessità. Ancorandosi a questo snodo semplicissimo, esattamente a metà tra strada tra la letteratura di Patricia Highsmith e un debole e sfilacciato canovaccio hitchcockiano, il film diretto da Bill Condon scorre via con un discreto grado di intrattenimento proponendosi come un rassicurante prodotto da domenica pomeriggio declinato al veleno per topi, graziato oltretutto dalla prova di due attori cui basta inserire il pilota automatico per risultare credibili e guizzanti sul grande schermo. Peccato però che la suspense mostri spesso la corda e che ad abbandonare siano soprattutto i siparietti gigioni e ammiccanti (come la sequenza in cui Roy e Betty, nella Londra del 2009, vanno a vedere al cinema Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino), che appesantiscono inutilmente la narrazione nel suo incedere pigro e prevedibile, flashback compresi, fino alla non certo esaltante risoluzione finale. Musiche, estremamente ridondanti, del pur bravo Carter Burwell. Presentato nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival 2019.