Vessata dalla malvagia matrigna (Tina Lattanzi) e orfana di padre (Annibale Betrone), la giovane Anna (Yvonne Sanson) lotta per dimostrare l'innocenza del fidanzato Carlo (Amedeo Nazzari), ingiustamente arrestato per omicidio. La gravidanza della ragazza complicherà la situazione.

Dopo l'incredibile successo commerciale ottenuto con Catene (1949), Raffaello Matarazzo torna a dirigere un altro melodramma che forma, insieme al successivo I figli di nessuno (1951), la cosiddetta “trilogia lacrimosa”. Sofferenze, crudeltà, spasmi amorosi: un film capace di intrattenere in maniera sincera e dichiaratamente drammatica (sin dalla trama è possibile intuire la carica emotiva del soggetto), senza però giocare con la retorica (direttamente connaturata al genere) in maniera ossessiva. Matarazzo gira il tutto con fare esperto e riesce a fare tesoro di un cast ormai assodato e perfettamente amalgamato; anche se le caratterizzazioni appaiono a tratti superficiali e alcune scelte narrative risultano (impossibile negarlo) ingenue e forzate. In ogni caso, una visione toccante e avvincente, pur con tutti gli stereotipi di un romanzo d'appendice. Notevole interpretazione della coppia Nazzari-Sanson. Sceneggiatura di Aldo De Benedetti, da un soggetto di Libero Bovio e Gaspare Di Maio; musiche di Gino Campase.
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