Marie-Louise (Josiane Hegg) è una ragazzina che vive a Rouen con la madre e il fratellino. Per via dei bombardamenti nazisti, viene mandata nelle Svizzera tedesca. Nonostante lo shock culturale, si affeziona alla sua famiglia affidataria.

Storia edificante e vagamente patriottica ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale in una Svizzera che, nonostante la neutralità militare, cerca di rimboccarsi le maniche per aiutare dei bambini francesi a trovare asilo. Bella la regia di Lindtberg, che regala quadri molto suggestivi. Più superficiale e didascalica una sceneggiatura che calca un po’ la mano sia nel raccontare gli eventi che nel caratterizzare personaggi un po’ troppo immacolati per essere davvero realistici. Nonostante questo, il film sa intenerire e fin commuovere. Buona prova del cast, soprattutto della giovane protagonista che si ritrova sperduta in un ambiente che non parla la sua lingua. Sicuramente una pellicola che diede un lieve ma esemplare (per quanto a tratti semplicistico) messaggio di speranza mentre la guerra ancora imperversava in Europa.
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