Mary and Max
Mary and Max
Durata
92
Formato
Regista
Mary è una bambina australiana bruttina e molto sola, con una madre alcolizzata incapace di amarla; Max un quarantenne newyorkese affetto dalla Sindrome di Asperger. I due inizieranno per caso una corrispondenza che durerà vent'anni e che li aiuterà ad alleviare la rispettiva disperazione.
Uno tra i film di animazione più interessanti del nuovo millennio, Mary and Max è un gioiello di claymation (plastilina animata in stop-motion) di rara profondità, incentrato su una narrazione struggente e cupa, sia nei toni che nell'impianto visivo, che accosta due solitudini assolute, opposte per età anagrafica e distanza geografica, ma simili perché la mancanza di amore ci rende tutti tragicamente uguali. Virato nei toni del grigio (per descrivere il mondo urbano di Max) e del seppia (la desolazione in cui vive Mary) e quasi totalmente raccontato dalla voce over e dall'epistolario tra i due protagonisti, è un poema sull'orrore dei nostri tempi malati, in cui la scintilla di pura speranza che si accende al contatto tra le due anime, sensibili e incomprese, è destinata a essere soffocata dal male di vivere: impossibile non piangere. Delicatissima e colta la colonna sonora con pezzi della Penguin Cafe Orchestra. Un esordio, quello dell'australiano Adam Eliott, che avrebbe meritato molta più attenzione. Imperdibile. Tra i doppiatori della versione originale, il compianto Philip Seymour Hoffman (Max), Eric Bana e Toni Colette (Mary).
Uno tra i film di animazione più interessanti del nuovo millennio, Mary and Max è un gioiello di claymation (plastilina animata in stop-motion) di rara profondità, incentrato su una narrazione struggente e cupa, sia nei toni che nell'impianto visivo, che accosta due solitudini assolute, opposte per età anagrafica e distanza geografica, ma simili perché la mancanza di amore ci rende tutti tragicamente uguali. Virato nei toni del grigio (per descrivere il mondo urbano di Max) e del seppia (la desolazione in cui vive Mary) e quasi totalmente raccontato dalla voce over e dall'epistolario tra i due protagonisti, è un poema sull'orrore dei nostri tempi malati, in cui la scintilla di pura speranza che si accende al contatto tra le due anime, sensibili e incomprese, è destinata a essere soffocata dal male di vivere: impossibile non piangere. Delicatissima e colta la colonna sonora con pezzi della Penguin Cafe Orchestra. Un esordio, quello dell'australiano Adam Eliott, che avrebbe meritato molta più attenzione. Imperdibile. Tra i doppiatori della versione originale, il compianto Philip Seymour Hoffman (Max), Eric Bana e Toni Colette (Mary).